
L'holodeck di Star Trek occupa tutta una stampa, i laboratori Sharp mirano a qualcosa di più modesto...
Questo è in estrema sintesi il pensiero espresso da Jonathan Mather, Research Supervisor dell'Optical Imaging and Display Systems Group degli Sharp Labs, in una intervista a Humans Invent,
sito dedicato all'innovazione tecnologica e partner di Sharp stessa.
Secondo Mather le espressioni attuali del 3D sono il primo passo perché i
display tridimensionali comincino a entrare nella quotidianità, ma
bisogna arrivare prima di tutto a display che funzionino in maniera convincente senza richiedere occhiali attivi o passivi e senza imporre che chi guarda debba mantenersi in una precisa posizione.Quando si tratta di tablet e smartphone ciò si può ottenere con sistemi stereoscopici che rilevano la posizione degli occhi di chi li guarda e adattano la visualizzazione di conseguenza, mentre nel caso dei televisori la strada da seguire è quella dei sistemi multi-view, come quello sperimentale di cui abbiamo parlato in questo articolo. Secondo Mather le tecnologie necessarie per tutto questo esistono già, si tratta semplicemente di combinarle e di adattare gli standard utilizzati per le trasmissioni televisive.
C'è da aspettare? Sì ma meno di quanto si possa credere: i display di tablet e smartphone dovrebbero arrivare alla visualizzazione 3D "ideale" nel giro di 2-6 anni, mentre per i televisori i sistemi multi-view dovrebbero diffondersi nel giro di 5-15 anni. Certo non è poco, ma nemmeno troppo e il 3D diventerà una cosa normale per molti di noi.

Non solo videogiochi: i display stereoscopici sono il primo passo verso il 3D ideale
Questo 3D super-stereoscopico di nuova generazione sembra già molto, ma per Mather non è sufficiente. Il vero 3D per i ricercatori Sharp è quello olografico, anche con la consapevolezza che arrivare a qualcosa che faccia ripensare all'holodeck di Star Trek richiederà molto tempo.Il 3D stereoscopico, spiega Mather, non è realistico perché gli oggetti che rappresenta sono sempre a fuoco, mentre in un display olografico si potrà replicare perfettamente la realtà compresa la diversa messa a fuoco dei vari piani di profondità. Per quanto possa sembrare fantascienza, nella visione di Mather l'holodeck è fattibile (anche se non con le dimensioni di un'intera stanza, probabilmente). Solo ci vuole più tempo: "potremmo aver bisogno di altri 40 anni di progresso tecnologico", conclude.
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