Oggi si tende ad applicare ai materiali sottili strati di protezione che però non sono in grado di opporsi in alcun modo ai segni più profondi e comunque nel tempo perdono ogni attributo. Il rivestimento olandese è stato realizzato con una formula che prevede tre strati: un primo che respinge l'acqua, un secondo di polimeri "a peduncolo" e l'ultimo con la componente principale.

Anche il T-1000 si auto-riparava
Quando lo strato esterno viene graffiato, lo strato "attivo" più profondo sfrutta i peduncoli dell'intermedio per risalire in superficie e rimarginare il tutto. Sebbene non sia ancora chiaro se questa metodica possa essere utilizzata per altri tipi di rivestimento di primo livello (quindi non solo water-proof), il risultato ottenuto è comunque incoraggiante.Immaginare di poter abbandonare ogni tipo di cover o protettore per smartphone e tablet sarebbe davvero un sogno. E forse le aziende del settore l'hanno compreso da tempo, poiché l'idea del materiale che si rimargina è protagonista dei progetti Nissan Scratch Shield, Toray Andvanced Film e del lavoro del Professor Marek W. Urban dell'Università di Hattiesburg del Mississippi.
In verità si sta pensando a qualcosa di simile anche in campo hardware. Ad esempio l'anno scorso un team d'ingegneri dell'Università dell'Illinois aveva presentato un sistema di microcapsule, a base di liquid metal, capace di riparare i circuiti elettronici in caso di fratture.
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